Colori e Sapori

l territorio in cui vivo, Langa e Monferrato, è un paesaggio suggestivo: unico al mondo in autunno (con una sinfonia di rame e rossi); quieto, fresco e lussureggiante in estate; rigoglioso e verdissimo in prima- vera. Un posto ideale in cui viverci per al- meno nove mesi all’anno. In inverno, preferirei vivere in altri luoghi. Qui la vegetazione viene a mancare e mi dà malinconia.

Un territorio ricchissimo di storia e tradizioni, di cambiamenti idrogeologici e di un terreno fertilissimo, favorito da un microclima mite, grazie all’influenza del mare li- gure, a 45 km (e le colline che sbarrano) lo sbarramento delle correnti fredde, in bassa quota, che arrivano da nord. Un vero paradiso, per fortuna, abbastanza sconosciuto. Più che un territorio è un “Mosaico di Colori e Sapori”.

Il mare, in periodi antichissimi, ha lasciato un terreno ricco di sedimenti marini, mineralizzato, fertilissimo, con una lussurreg- giante vegetazione. Le piogge intense dilavano le colline e portano a valle la parte superficiale dei terreni, più ricca di minerali e fertilizzanti naturali, che vengono river- sati nelle pianure. I fiumi delle nostre tre valli sono il Belbo, il Bormida ed il Tanaro che scorrono su un letto di pietre. Le valli adiacenti sono di terreno sabbioso finis- simo, sempre fresco con grande disponibilità di acqua per l’irrigazione e quindi di buona crescita di vegetali, ortaggi, foraggi e piante.

Tutte zone poco soggette agli incendi in quanto il territorio è coltivato in modo in- tensivo, in ogni sua parte, con ogni coltura: vite, innanzi tutto, foraggi, frutteti, semina- tivi, mais (famoso l’8 file per la polenta) e boschi. Acacia castagno e rovere che, di conseguenza creano un sottobosco ideale per ottimi tartufi, porcini e altre varietà di funghi. Eccellente è il miele di acacia. Non mancano le noci che producono le ‘Stercere’, (l’ottima varietà locale con frutti pic- coli), ricche di oleosità che, frullate, formano una crema per nulla secca. Molto ricercato è il legno di noce che viene usato per la fabbricazione di mobili antichi.

Nei nostri fiumi non mancavano pesci come trote, carpe, cavedani, alborelle (entusiasmante la croccante frittura), anguille. (Contrariamente all’opinione pubblica) Erano tanti i pescatori e cacciatori che non pensavano solo a riempire i carnieri, ma salva- guardavano e custodivano il territorio.